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Ispirazione Manifesto Cyborg, scritto di D.J. Haraway
La teoria del superamento dei
dualismi
Il pensiero della Haraway è fondato sullo studio delle implicazioni della tecnologia e della scienza sulla vita dell'uomo moderno. Secondo la studiosa statunitense, la cultura occidentale è
sempre stata caratterizzata da una struttura binaria ruotante intorno a coppie di categorie come uomo/donna, naturale/artificiale, corpo/mente. Questo dualismo concettuale non è simmetrico, ma è
basato sul predominio di un elemento sull'altro: nella tradizione occidentale sono esistiti persistenti dualismi e sono stati tutti funzionali alle logiche e alle pratiche del dominio sulle
donne, sulla gente di colore, sulla natura, sui lavoratori, sugli animali: dal dominio cioè di chiunque fosse costruito come altro col compito di rispecchiare il sé. La Haraway introduce quindi
la figura del cyborg, che da invenzione fantascientifica diventa metafora della condizione umana. Il cyborg è al contempo uomo e macchina, individuo non sessuato o situato oltre le categorie di genere, creatura
sospesa tra finzione e realtà: il cyborg è un organismo cibernetico, un ibrido di macchina e organismo, una creatura che appartiene tanto alla realtà sociale quanto alla
finzione.
Questa figura permette di comprendere come la pretesa naturalità dell'uomo sia in effetti solo una costruzione culturale, poiché tutti siamo in qualche modo dei cyborg. L'uso di protesi, lenti a
contatto, by-pass sono solo un esempio di come la scienza sia penetrata nel quotidiano e abbia trasformato la vita dell'uomo moderno. La tecnologia ha influenzato soprattutto la concezione del
corpo, che diventa un territorio di sperimentazione, di manipolazione, smettendo dunque di essere inalterato e intoccabile. Se il corpo può venire trasformato e gestito, cade il mito che lo vede
come sede di una naturalità opposta all'artificialità. Di conseguenza viene invalidato il sistema di pensiero occidentale incentrato sulla contrapposizione di due elementi antitetici, perché non
possiamo più pensare all'uomo in termini esclusivamente biologici. Il cyborg è infatti una creatura né macchina né uomo, né maschio né femmina, situato oltre i confini delle categorie che siamo
normalmente abituati a utilizzare per interpretare il mondo.
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Guarda: LOOK DELLE STAR DA COPIARE
Un tempo era semplicemente la maglietta intima o da lavoro, ma negli anni Cinquanta diventa un vero e proprio capo d’abbigliamento grazie alla moda americana che entra a grandi falcate nel mondo del cinema. La indossano James Dean e Marlon Brando.
Negli anni Ottanta prese il nome di t-shirt (maglietta a maniche corte, girocollo e dal taglio del busto dritto che le
conferisce la classica sagoma a forma di T) e s’impose con diversi connotati: da quelli più ironici a quelli politici passando per gli scopi pubblicitari o geografici.
Oggi la maglietta si chiama tee e prevede colori, tessuti, modelli, disegni e significati disparati. Quelle in voga ora
prevedono scritte spiritose, disegni satirici, parodie e chi più ne ha più ne metta!
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